Donne e tecnologia: 3 scienziate che hanno fatto la storia dell’informatica
Photo by meo on Pexels
Ada Lovelace è stata la prima programmatrice, Hedy Lamarr ha posto le basi per l’invenzione del wireless mentre Grace Murray Hopper sviluppò nel 1949 il linguaggio Cobol. Ecco tre donne che hanno fatto la storia!
Donne e tecnologia. Un binomio inusuale? Non proprio, sebbene siano ancora poche le donne impiegate nelle professioni in ambito ICT. Secondo una ricerca condotta dal MIUR, infatti, sono appena il 36,6% le studentesse che scelgono di iscriversi a facoltà scientifiche STEM (acronimo inglese per Science, Technology, Engineering, Maths).
Se oggi i grandi nomi sono quelli di Bill Gates, Steve Jobs e prima ancora Herbert Simon e Alan Turing, è pur vero che dietro alle grandi innovazioni della tecnologia e dell’informatica ci sono (anche) donne.
Tre scienziate, spesso sconosciute al grande pubblico, ma di cui vogliamo raccontarvi le storie, sperando vi siano d’ispirazione.
Ada Lovelace (1815 -1852), la prima programmatrice
Nota per aver scritto il primo algoritmo informatico e aver collaborato alla realizzazione della macchina per eseguire calcoli matematici complessi, Ada Lovelace è considerata una delle prime menti dell’informatica moderna. Il linguaggio di programmazione Ada, infatti, è stato così chiamato proprio in suo onore. Nel corso della sua vita, Ada Lovelace ci ha lasciato numerosi scritti di carattere scientifico relativi alla “macchina analitica” ma anche previsioni lungimiranti sul futuro della tecnologia: si dichiarò sicura che le capacità dei computer sarebbero andate ben oltre quelle del semplice calcolo numerico. E non si sbagliava…
Grace Murray Hopper (1906 – 1992), la regina del codice
Scienziata con un Ph.D. in matematica e contrammiraglio della marina degli Stati Uniti, è passata alla storia per aver elaborato nel 1949 il linguaggio Cobol, uno dei primi linguaggi di programmazione, ancora oggi utilizzato nel settore finanziario e nell’amministrazione pubblica e privata. Inoltre, a lei si deve l’invenzione del termine debugging, che indica l’individuazione e la correzione di errori nel software, grazie ad analisi continue e periodiche del codice sorgente. Nel 1969 l’americana Association of Information Technology Professionals le conferì il prestigioso riconoscimento “Man of the Year Award”.
Sì, avete capito bene.
“Le donne finiscono per essere davvero delle brave programmatrici per una ragione in particolare. Sono abituate a portare a termine le cose, mentre gli uomini non lo fanno molto spesso.” – Grace Murray Hopper
Hedy Lamarr (1914 – 2000), l’inventrice del wireless
Si deve invece all’attrice Hedy Lamarr l’elaborazione del concetto del salto di frequenza, ovvero l’invio del medesimo segnale radio su frequenze diverse. Questa tecnologia, denominata frequency-hopping spread spectrum, è oggi alla base della telefonia mobile. Ex studentessa di ingegneria a Vienna, durante la Seconda Guerra Mondiale, inventò in collaborazione con il compositore George Antheil un sistema di guida a distanza per siluri basato sull’invio e ricezione di frequenze radio, che contribuì decenni più tardi allo sviluppo delle tecnologie bluetooth e wi-fi. Questa invenzione le venne riconosciuta soltanto nel 1997 quando fu insignita del premio Pioneer Award dalla Electronic Frontier Foundation.
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Ada Lovelace, Hedy Lamarr e Grace Murray Hopper sono state esempi di genio, studio e applicazione in un mondo da sempre dominato dalla presenza maschile. Donne colte e appassionate di nuove tecnologie, che si sono cimentate (con successo) in un settore in fase di sviluppo, dando un contributo indelebile alla storia dell’informatica.
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Donne e tecnologia: 3 scienziate che hanno fatto la storia dell’informatica
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Donne e tecnologia. Un binomio inusuale? Non proprio, sebbene siano ancora poche le donne impiegate nelle professioni in ambito ICT. Secondo una ricerca condotta dal MIUR, infatti, sono appena il 36,6% le studentesse che scelgono di iscriversi a facoltà scientifiche STEM (acronimo inglese per Science, Technology, Engineering, Maths).
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Tre scienziate, spesso sconosciute al grande pubblico, ma di cui vogliamo raccontarvi le storie, sperando vi siano d’ispirazione.
Ada Lovelace (1815 -1852), la prima programmatrice
Nota per aver scritto il primo algoritmo informatico e aver collaborato alla realizzazione della macchina per eseguire calcoli matematici complessi, Ada Lovelace è considerata una delle prime menti dell’informatica moderna. Il linguaggio di programmazione Ada, infatti, è stato così chiamato proprio in suo onore. Nel corso della sua vita, Ada Lovelace ci ha lasciato numerosi scritti di carattere scientifico relativi alla “macchina analitica” ma anche previsioni lungimiranti sul futuro della tecnologia: si dichiarò sicura che le capacità dei computer sarebbero andate ben oltre quelle del semplice calcolo numerico. E non si sbagliava…
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Sì, avete capito bene.
Hedy Lamarr (1914 – 2000), l’inventrice del wireless
Si deve invece all’attrice Hedy Lamarr l’elaborazione del concetto del salto di frequenza, ovvero l’invio del medesimo segnale radio su frequenze diverse. Questa tecnologia, denominata frequency-hopping spread spectrum, è oggi alla base della telefonia mobile. Ex studentessa di ingegneria a Vienna, durante la Seconda Guerra Mondiale, inventò in collaborazione con il compositore George Antheil un sistema di guida a distanza per siluri basato sull’invio e ricezione di frequenze radio, che contribuì decenni più tardi allo sviluppo delle tecnologie bluetooth e wi-fi. Questa invenzione le venne riconosciuta soltanto nel 1997 quando fu insignita del premio Pioneer Award dalla Electronic Frontier Foundation.
Ada Lovelace, Hedy Lamarr e Grace Murray Hopper sono state esempi di genio, studio e applicazione in un mondo da sempre dominato dalla presenza maschile. Donne colte e appassionate di nuove tecnologie, che si sono cimentate (con successo) in un settore in fase di sviluppo, dando un contributo indelebile alla storia dell’informatica.