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landing page per la lead generation

Ottimizzare le tue landing page: come farle diventare veri generatori di lead

Design, digital marketing, Ideas, lead generation

Come sicuramente saprai già  il tuo website è la chiave di volta del tuo posizionamento online, e come ogni asset di primaria importanza è giusto che si dedichi ad esso una grande attenzione, in termini di ricerca, analisi, studio e progettazione.

Oggi parliamo di una particolare pagina che non puoi fare a meno di avere sul tuo sito, soprattutto se vuoi utilizzarlo per incrementare i tuoi contatti e in generale rendere efficace la tua comunicazione: la landing page

A cosa serve

Il termine significa “pagina di atterraggio”, con riferimento al fatto che dovrebbe essere quella pagina su cui arriva il traffico di visitatori che avrai attirato grazie alle tue azioni di comunicazione, come post sui social, display, mailing eccetera. È la pagina che raccoglierà i vostri sforzi, trasformandoli in potenziali lead, con cui poi costruire una relazione per portarli nelle parti più coinvolgenti del funnel. Di conseguenza possiamo dire che la caratteristica più rilevante è la sua funzione, e, come per ogni design ben fatto, proprio dalla funzione deriverà la nostra progettazione.

Come farla

La cosa fondamentale di una landing page ben strutturata è, naturalmente, un handler che permetta di raccogliere i contatti, in altre parole un form che richieda quelle informazioni fondamentali per restare in contatto con i tuoi potenziali clienti. 

Serve poi sicuramente un buon lavoro di branding, per essere certi che il tuo pubblico ti riconosca, e una forte coerenza visiva e di contenuto con la tua comunicazione. Come mai? Immagina di vedere un bel post su Facebook che introduce un contenuto interessante, diciamo a tema “le migliori scarpe per correre”, ci clicchi e arrivi su un sito che offre in evidenza…scarpe col tacco. Eccettuate le non così comuni persone che si cimentano in gare di corsa sui tacchi a spillo, probabilmente chi arriva qui si troverà, come te, un po’ disorientato, e dovrà fare ulteriori passaggi per arrivare al prodotto che cerca o che quantomeno gli interessa. O ancora, se seguo un banner blu con una scritta elegante e mi ritrovo su un sito colorato di giallo e in Comic Sans sarò probabilmente vittima di un certo spaesamento.

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Infine è opportuno che la tua landing chiarisca molto bene due concetti: la tua value proposition, in sostanza chi sei, chiara e definita in poche parole, e il motivo per cui qualcuno dovrebbe lasciarti i suoi dati. Sì, perché i dati, ormai lo sappiamo bene, hanno un valore molto grande, e chiederli significa chiedere un favore non piccolo al tuo contatto, un favore che nessuno è tenuto a farti. Per questo si utilizzano spesso i cosiddetti lead magnet, contenuti di valore che possono servire da “favore ricambiato”, in cambio cioè dei dati che la persona ti lascerà, e viceversa che la persona possa ritenere sufficientemente di suo interesse da “ricambiare” dandoti alcune informazioni su di sé. In questo modo funziona ad esempio l’inbound marketing.

 

E se non funziona?

Non è detto, però, che il semplice fatto di creare una landing page funzionante sia sufficiente: il diavolo, come sempre, sta nei dettagli. Ecco alcuni suggerimenti per sbloccare la tua landing e farla diventare un vero e proprio generatore di lead!

Step 1: value proposition 

Abbiamo parlato di value proposition: si tratta di una frase solitamente molto sintetica e chiara, che deve esprimere nel miglior modo possibile l’identità chiave del tuo business: chi sei, cosa offri? E perché, poi, dovrei scegliere te e non qualcun altro (unique selling proposition)? Qui la sintesi è fondamentale, perché nessuno di noi ha davvero tempo per cercare di capire la tua offerta, se non è chiara immediatamente.

Prova il test dei 5 secondi: mostra la tua landing a un pubblico di utenti che non ti conoscono, e verifica se dopo 5 secondi sanno dirti qualcosa sul tuo business. Se non ci riescono è il momento di ottimizzare!

Step 2: dimmi dove cliccare! 

Una landing page ha solitamente uno scopo ben preciso, ossia che il nostro futuro lead interagisca con un elemento specifico, molto probabilmente una call to action o un form. Sì, ho detto uno! Come dice bene Steve Krug, non dobbiamo chiedere al nostro utente di pensare troppo: anche qui, insomma, la parola chiave è sintesi: certo, vorremmo che il nostro contatto scoprisse tutte le pagine del sito, tutti i nostri meravigliosi contenuti e offerte…invece, in una landing page, dobbiamo ridurre al minimo le distrazioni, perché solo così il nostro utente saprà immediatamente cosa fare. Guardiamo ora la nostra landing e contiamo: quanti elementi cliccabili ci sono? Bottoni, banner, voci del menu. Più il numero è alto, più la distrazione è assicurata!  

Step 3: non solo copy

Le parole sono fondamentali per molti motivi, ma anche l’aspetto visivo della tua pagina trasmetterà informazioni importanti. Prova a utilizzare delle immagini fotografiche di buon livello contenenti dei volti, o al contrario elementi grafici molto sintetici che però attirano l’attenzione, e ponili nel punto della pagina dove vuoi che il tuo utente guardi di più. Puoi fare delle prove se non hai ancora chiaro cosa possa funzionare meglio. Un trucco? Se utilizzi un viso assicurati che lo sguardo del soggetto ripreso o disegnato sia rivolto alla parte più importante della pagina, così che anche lo sguardo del visitatore percepisca subito la direzione “giusta”.

Step 4: tutto sul mio form

Al centro di tutto, ovviamente, lui, il form di contatto. Il punto su cui convergono gli sforzi non può ovviamente essere lasciato al caso e richiede una progettazione ben consapevole. Innanzitutto: qual è lo scopo? Mandare una richiesta di contatto, lasciare i dati per scaricare un ebook, sbloccare una demo, tutte le azioni che intendi portare a termine attraverso il completamento del form hanno una propria connotazione e un peso diverso. Tra i fattori fondamentali, ovviamente, c’è la posizione nel funnel di questo step: è un primo passo in awareness o una ben più impegnativa richiesta commerciale che potrebbe portare il nostro contatto a diventare un vero e proprio lead? Quali dati mi interessano davvero? Posso rischiare di chiedere informazioni molto personali come il numero di telefono, o non sono ancora così “in confidenza” con il mio utente? Ho la possibilità di usare il progressive profiling? Quali campi nel mio CRM necessitano integrazione?

Step 5: thank you! 

Infine, mai dimenticare la buona regola della nonna: ringraziare sempre. Quando il nostro utente ha completato con successo l’azione che volevamo compisse, non possiamo lasciarlo appeso nel nulla. Diamogli immediatamente un feedback che gli assicuri che il messaggio è partito, che la richiesta è andata a buon fine e, naturalmente, che siamo contenti di averlo con noi! La thank you page può anche essere l’occasione, stavolta senza rischi di distrazione, di aggiungere qualche altro assaggio dei nostri contenuti o servizi, ad esempio con link ad articoli inerenti il tema della landing, i nostri canali social, offerte di altri genere.

Tutte queste azioni sono fondamentali per migliorare la resa delle tue pagine, ma ovviamente la cosa fondamentale resta una: la tua pagina dipende da cosa vuoi farci, qual è il tuo scopo, cosa vuoi dire, un concetto che sembra semplice ma che spesso richiede una riflessione chiara e spassionata sul tuo brand o prodotto e sul tuo target. La tua landing è la tua porta: se funziona bene quasi non la vedrai, perché starai già entrando.

La tua landing non ti soddisfa ancora? Fai il test!

Photo by sergio souza from Pexels

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